giovedì 21 maggio 2009

Leggo, confermo e sottoscrivo

Scrive Michele Serra sulla Repubblica di oggi (21 maggio 2009):
"A me, sentirlo ripetere che è una vergogna e che è scandaloso, che a questi giudici non risponde e non risponderà mai, che a questi giornali non risponde e non risponderà mai, ormai non fa nè caldo nè freddo. Dopo tutti questi anni è solo una filastrocca risaputa, un suono tra i tanti, come i clacson per strada, come la musica di sottofondo negli ascensori.
Quello che mi fa specie, a questo punto, non è lui; e perfino il suo destino personale non mi pare la cosa davvero rilevante. Quello che mi fa specie è il poderoso, compatto contorno di aiutanti, assistenti, avvocati, alleati, adulatori, seguaci, vassalli. E' il consenso di massa, l'applauso convinto, l'amore senza se e senza ma di milioni di italiani. E' lo smisurato cerchio di uomini e donne, la stragrande maggioranza in perfetta buona fede, la stragrande maggioranza di bravissime persone che lo circonda e lo protegge, lo ama e lo difende anche dall'evidenza. Finito lui, non sarà finito il palcoscenico sul quale si è esibito per vent'anni. Non sarà finito il suo pubblico, non sarà dispersa la sua gloria, non sarà ristabilito alcuno dei criteri (cancellati) che avrebbero dovuto e potuto arginarlo, fermarlo, magari evitarlo. Finito lui, non importa tra quanti anni, non sarà finita l'Italia che lo ha prodotto, adorato, portato al trionfo. In quella stessa Italia non vivremo, con quella stessa Italia avremo a  che fare. No, davvero non è lui il problema. Il problema siamo noi."

Giusto, caro Serra, mi sconcerta solo che lei si accorga ora a cinquanta e passa anni che in Italia pensare con la propria testa è considerato disdicevole e che i pochi autorizzati dalla massa a farlo si sentono anche autorizzati a guardare con disprezzo e sospetto chi pensa autonomamente senza autorizzazione popolare e che magari si permette di criticarli.
E mica solo a destra, sa? Pensi dalla nostra parte ai vari Veltroni, D'Alema, Chiamparino, Vendola, Bertinotti, Rutelli e compagnia cantante, il cui interesse principale è la coltivazione del proprio ego ipertrofico, circondati da torme di "compagni" pronti a dire loro "Sì, è vero, bravo, hai ragione.".
Caro Serra, in Italia non si salva nessuno.

Nota: L'articolo di Michele Serra è copyright © 2009 di Michele Serra e di La Repubblica. Esso viene riportato qui nella sua interezza, senza fine di lucro, a scopo di citazione

1 commento:

  1. Io l'articolo di serra non l'avevo letto...ma ho avuto un'idea simile che scritto nel blog! è un gara d'amore tra l'italiano e il premier ! chi l'amerà di più? Noi o se stesso? Ps: il noi escludeva i presenti :-)

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