martedì 8 luglio 2008

Ma quanto fiato sprecato...

La serata prometteva bene: temperatura calda ma non afosa, venticello, la sdraio in veranda, quale cornice migliore per ascoltarsi il concerto di Pino Daniele con la band di Nero a Metà e di Vai Mò?
Tutto gira bene fino all'inizio dove arriva la prima nota stonata: a presentare è Milly Carlucci, famosa per parlare troppo specie quando non sarebbe il caso.
La band gira bene, Pino ogni tanto stona ma gli anni passano per tutti, gli altri vanno divinamente, e, soprattutto, il repertorio è quello degli anni buoni della produzione, niente cacate tipo "Che Dio ti benedica... che fica" o "my name your name" o le decine di canzoni "cuore/amore" venute fuori in questi ultimi anni.
Ma le vere note stonate sono i commenti nel retropalco: la più accettabile è Irene Grandi che fa il classico compitino da cantante itaGliana che difende la musica itaGliana (esaltando ovviamente la musica di Napoli, per dovere di ospitalità), peccato che, come ben dimostra il suo contributo all'ultimo album di Elio e le Storie Tese, la bella (perchè è bella, non ci sono storie nè dubbi) Irene dia il meglio di sè in veste di cantante rock, il quale rock non c'entra niente con le porcherie melodiche in stile italico che lei canta abitualmente nei suoi album; poi abbiamo una qualche stracazzo di attrice della soap-opera "Un posto al sole" che provocata dall'acuta Carlucci ("Allora, Napoli è una carta sporca come dice Pino?") sciorina le sue retoriche cretinate sul fatto che per Napoli bisogna fare qualche cosa e che lei in quanto "gggiovane" ci ha tanta voglia di fare qualcosa; l'apice della schifezza lo si raggiunge quando la Milly si sovrappone a "Yes I know my way" per leggere un messaggio di circostanza dell'inclito premier Silvio Berlusconi, scritto con la mano sinistra da qualche scribacchino, probabilmente in una pausa del processo di redazione della legge salva-premier (magari mentre Veltroni stava rivedendo le bozze, e spostando le virgole).
Insomma, nonostante Pino e gli altri, la solita schifezza, che ti lascia il dubbio, per non dire il sospetto, che domani in piazza Plebiscito non tireranno su le cartacce perchè non sanno dove metterle, e nessuno dirà nulla a riguardo, perchè la musica è finita, la band è andata via e le luci è meglio tenerle spente per non vedere lo squallore e l'inciviltà che avanzano.

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