giovedì 19 novembre 2009

What's your favourite colour, baby?

Ieri sera all'Hiroshima mon Amour di Torino hanno suonato i mitici Living Colour, che da più di venti anni ci ricordano che per quanto colonizzato dai bianchi, non c'è persona migliore che un nero per suonare Heavy Metal.
Tempi dispari, raffiche soliste a velocità supersonica vicine al free-jazz ma senza prescindere dalla forma-canzone, ritmiche di basso funk e prestazioni vocali che non sentono il peso degli anni.
Un grazie a Vernon Reid, l'unico uomo che può suonare con la medesima potenza devastante l'heavy metal, il funk, il rockabilly e perfino la techno; a Doug Wimbish, il bassista più anarchico mai visto tra slap a mano aperta o col solo dito indice, strumming di pollice sullo stile dei chitarristi da oratorio, assenza totale dell'uso del medio della mano destra, e soprattutto una precisione ritmica impressionante; a William Calhoun che per permettere ai colleghi di riposare (manco lui si fosse risparmiato) ha confezionato a metà show un assolo di batteria di 15 minuti, permettendosi anche di emulare un assolo di chitarra stile Vernon Reid con l'aiuto di un synth-pad e di un pedale di espressione; a Corey Glover, che nonostante i 15-20 kg di più, non ha perso in smalto e potenza vocale (altro che Ian Gillan).
Welcome back, men, see you next time.

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