domenica 26 ottobre 2008

Resoconto di una domenica di ottobre.

E' da un po' che non ho una grossa ispirazione per scrivere sul blog e questo mi dispiace, perchè amo scrivere e raccontare le cose.
In passato ho scritto poesie, poi racconti, mentre ora, con la mia ritrovata serenità mentale (che speriamo che duri il più possibile), la mia vena si è esaurita o forse mi sono stufato di raccontare in giro come vorrei che fosse la vita, in un periodo in cui l'andamento delle cose è ben lontano da ciò che considero una situazione ideale.
E così, come esercizio, ho deciso di raccontare la mia giornata di oggi: mi sono svegliato stamattina verso le 6 e mezza, o meglio, sono stato svegliato dai miei gatti, che sono abituati a mangiare verso quell'ora (che è quella in cui mi alzo quando debbo andare a lavorare).
Nonostante ripetute sollecitazioni (miagolii più o meno sommessi, passeggiatine intorno e sopra di me), sono riuscito a resistere nel letto fin verso le 7 e 10, poi finalmente mi sono alzato e ho preparato da mangiare per le mie bestiolacce.
Mentre loro consumavano il pasto con la consueta frenesia, ho preso la prima delle mie pastiglie per la pressione, poi mi sono rimesso a letto dove sono rimasto fin verso le 10.
Alzatomi di nuovo ho indossato la roba da corsa, ho cambiato la lettiera dei gatti e sono uscito.
Mi sono recato in automobile al parco delle Vallere, dove mi ha raggiunto mia sorella e abbiamo corso per poco meno di un'ora, fino al ponte Balbis e ritorno (oggi non ero in forma, non riuscivo a spezzare il fiato e avevo problemi di pancia, per cui ho fatto molta fatica).
Tornati indietro a casa mia, ci siamo fatti la doccia, poi ho cucinato un piattone di spaghetti integrali alla carbonara (e devo dire che mi sono riusciti proprio bene).
Concluso il pranzo con un caco a testa, ho riassettato la cucina, poi siamo scesi per un caffè e infine Alessandra è andata a casa.
Io sono tornato su, e ho atteso che la lavatrice finisse il proprio ciclo rileggendo gli ultimi volumi di "Transmetropolitan" , fumetto di Warren Ellis e Darick Robertson.
Finito il lavaggio ho steso e sono tornato a leggere riflettendo come queli libri contenessero più di uno spunto interessante di riflessione (mi ripropongo di riparlarne anche qui sopra, quando riuscirò ad elaborare una recensione che non suoni banale).
Ho preparato poi il pasto della sera per i miei gatti e ora sono qui che scrivo, ascoltando i video di Rock TV (ora ci sono gli orridi Evanescence, ma prima mi sono deliziato con gli Slipknot di "Psychosocial"), in attesa di prendere la seconda pastiglia per la pressione; quindi uscirò per andare a messa e poi a trovare la mia figlioccia.
Qualcuno dei pochi che leggono questa pagina potrebbe chiedersi che senso abbia questo scritto simile a un tema delle scuole elementari: ci ho pensato su, e serve a togliermi il dispiacere di una domenica che sta finendo al ritmo di un treno in corsa, prodromo a una settimana in cui non ci sarà riposo, a causa di 72 ore di reperibilità prossime venture.
Siate pazienti e statemi bene.
 

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