venerdì 27 giugno 2008

Fuga da Los Angeles

Ieri sera, complice la serata calda, ho messo il TV in balcone e con l'aiuto della mia sdraio e del ventilatore mi sono goduto il DVD di "Fuga da Los Angeles" di John Carpenter.
Considerato a torto un film minore, esso va considerato più un remake che un seguito di "1997: fuga da New York".
Certo non possiede la suggestione da incubo dell'originale, ma ha un sottotesto "politico" molto più marcato, e fortemente critico verso gli Stati Uniti e l'"american way of life".
L'azione finale di Jena Pliskeen che spegne la tecnologia del mondo per dare una speranza all'umanità, è uno dei gesti più nihilisti che si trovino nella storia del cinema e un vero pugno in faccia a tutta la retorica "americanofila" che ancora oggi impera.
La visione di Carpenter è lucida, la sua soluzione radicale: perchè l'umanità abbia una speranza di sopravvivere l'impero americano deve scomparire, essere distrutto fino alle fondamenta.
Confesso poi che il Presidente Americano cristiano-fascista non mi ha fatto più ridere come la prima volta che ho visto il film, dato che, considerato come si sono svolti i fatti dall'uscita del film a oggi, non mi pareva più una caricatura, ma un ritratto fedele di persone veramente esistenti.
Da rivedere e da meditare.

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