mercoledì 19 dicembre 2007

Qualcosa su cui riflettere

Lo speciale Nathan Never in edicola in questi giorni per i tipi di Sergio Bonelli Editore contiene una classica storia del personaggio, una sorta di poliziotto privato del futuro: una apparente casuale sequenza di avvenimenti che lo porta a scoperchiare un vaso di Pandora fatto di malattie indotte, collusioni tra scienza e industria, mancanza di etica e preponderanza assoluta del profitto.
La cosa interessante, almeno per me, è che il tutto riguarda l'ambito medico.
Certo, è facile scorgere nella trama alcune teorie complottiste che poco riscontro hanno nella pratica clinica quotidiana, ma lo sfondo ideologico è assolutamente condivisibile, con la sua denuncia dello strapotere delle multinazionali del farmaco che strangolano i sistemi sanitari del mondo intero (quelle stesse multinazionali che si rifiutano di vendere farmaci salvavita al terzo mondo a prezzi differenti di quelli del primo mondo, invocando la sacralità del "mercato", e che strepitano come delle suore alla visione del primo film porno della loro vita, quando i governi di alcuni paesi autorizzano la violazione dei brevetti per non farsi strangolare e per consentire alla propria popolazione di sopravvivere).
So bene che a buona parte dei miei colleghi, imbevuti nel mito della "libera professione", queste cose non interessano o anzi, condividono il punto di vista delle multinazionali, ma i fantaccini che, come me, credono ancora che la Sanità debba essere un servizio creatore di salute e non un'azienda che sforna prestazioni, dovrebbero leggersi questa storia, dato che darebbe loro modo di riflettere su come la merda attuale del sistema, lo strapotere dei "contabili" negli ospedali, la privatizzazione progressiva in nome della cosiddetta "efficienza aziendale", la sempre minore possibilità di lavorare serenamente guadagnando il giusto, noi medici ce la siamo voluta e ce la vogliamo ancora facendo coltivare il nostro ego ipertrofico dalle lusinghe, ovviamente interessate, dei rappresentanti.

Nessun commento:

Posta un commento