domenica 24 giugno 2012

24 giugno 2012

Stasera mi sono reso conto di quanto mi manca il silenzio.
Non l'assenza di pensieri, il distacco almeno momentaneo dalle preoccupazioni: negli anni, con tante difficoltà ho imparato a concedermi spazi dove la mente si libera, mi basta un giro in macchina o in scooter, una corsa con la musica giusta nelle orecchie; ciò che mi manca è veramente l'assenza di rumore, almeno per qualche momento della giornata.
E' la sera della partita della Nazionale, nonchè la festa patronale di Torino, en passant anche il mio onomastico: molta gente deve essere confluita in centro, per godersi la visione del calcio sui maxischermi, a cui faranno seguito i fuochi d'artificio; altri sono chiusi in casa da soli o in compagnia, di fronte alla grande arma di distrazione di massa, patrioti solo quando c'è da guardare 11 idioti che disputano un pallone con altrettanti loro pari.
Eppure automobili continuano a passare, vicine, lontane, sento lattine rotolare in strada, quanta gente c'è qui a Torino? Dove va? Cosa fa? Perchè?
La città comincia a starmi veramente stretta, mi piacerebbe spostarmi in luoghi meno trafficati.
Pensavo questa settimana al mondo, all'umanità che crede di esserne il padrone, quando nel migliore dei casi dovrebbe esserne il custode.
L'uomo creatura prediletta di Dio? Forse, ma al massimo come primus inter pares, privilegio dovuto alla possibilità di concepire l'esistenza di un Dio, ma da qui a comportarsi come principi della creazione, ce ne passa. La mancanza di empatia con il resto dei viventi mi disgusta.
Vorrei andare via di qui certe volte, poi mi giro indietro, guardo la mia storia, e capisco che al momento attuale la strada da percorrere è una, senza bivii nè deviazioni. Così mi asciugo la fronte dal sudore e riprendo a camminare, un passo dopo l'altro: chisà che prima o poi non percorra una zona meno rumorosa....

mercoledì 6 giugno 2012

Ray Bradbury

Oggi un altro grande della fantascienza ci ha lasciati.
Cercherò di onorare la sua memoria leggendo "The Martian Chronicles".
Chi non lo conosce ancora approfondisca, ne varrà la pena.

Toxic Tuna: criminale

Qualche giorno fa ho scritto un post dedicato a Ketty Passa, e pertanto non posso esimermi dal diffondere almeno ai miei pochi lettori il video del nuovo singolo della sua band, i Toxic Tuna.
La canzone è allegra e "catchy" quanto basta, ben composta e ben eseguita; il video ha un'ottima regia e un'eccellente fotografia, è autoironico al punto giusto a stemperare in parte un testo duro, che narra di una sofferenza bruciante (anche se a ben vedere, la conclusione è molto molto inquietante).
Ketty è una donna intelligente e, per quel che la conosco, sincera, schietta e coerente; lei e i suoi soci sono musicisti preparati, sanno quel che vogliono, sono completamente padroni del proprio linguaggio e non hanno paura di faticare per promuovere il proprio lavoro, per cui se vi piace il video supportateli, lo meritano.